Via e Largo Magnanapoli – (R. I Monti - R. II Trevi) (da Piazza del Foro di Traiano a via IV Novembre)
Versioni diverse circa l’origine del nome della via e del largo. Nel VI sec., sotto Maurizio Tiberio [1] (578-582), ne fu fatta una cittadina militare: “Nea – polis”, si ebbe così “Bandum nea – polis”, da bannum=bando o raccolta di milizie romano-bizantine, poi solo romane.
Il nome si corruppe in Balneapolim, in Balnea Pauli, in Magnanimi Pauli e nel secolo VIII in Magna Napoli.[2] Altra versione [3] fa riferimento alla credenza medioevale nella magicità di Virgilio (70-19 a.C.) che trovandosi nei pressi di S. Agata dei Goti (posto frequentato da spiriti maligni) stava per esser preso dai romani che volevano condannarlo quale mago. Virgilio però si sottrasse, invisibile, all’arresto e si rifugiò a Napoli. Così dalla volgarizzazione del "Vado ad Napulum” si sarebbe prodotto Magna Napoli.
A destra, sull'angolo con la via IV Novembre (già salita di Monte Magnanapoli), una torre eretta (sec. XIII restaurata) da Gildo Carbonis, detto volgarmente Gilidone di Carbone, a sei piani. Appartenne agli Annibaldi della Molara ed ai Colonna. La torre delle Milizie (ricordo della cittadina militare) sembra non sia stata alzata, come dice una leggenda, ai tempi di Augusto e di Traiano. Si congiungeva con un esteso edificio fortificato detto “Militiae palatium” e la sua prima costruzione è attribuita ad Ugolino di Anagni dei Conti di Segni, nipote di Innocenzo III (Lotario dei Conti di Segni - 1198-1216), che diventò pontefice col nome di Gregorio IX (Ugolino dei Conti di Segni - 1227-1241) che l’innalzò circa nel 1210.
La salita di Magnanapoli si chiamava “silicata de´ Archioni” per le case che gli Arcioni vi possedevano [4]. La torre appartenne poi agli Annibaldi, che si qualificavano “Domus Militarum o de Militiis” e che v’innalzarono il secondo e terzo piano.
Nel 1301 diventò dei Caetani, che potevano così fronteggiare con vantaggio i Colonna dopo aver reintegrato la torre già mezzo diroccata. Anche all’epoca degli Annibaldi e dei Caetani (XIII-XIV sec.) risale la costruzione del “Militiae Palatium”.
Sembra che, alla morte di Bonifacio VIII (Benedetto Caetani - 1294-1303), la fortezza passasse, di forza, al popolo romano ed è infatti da esso che Enrico VII se la fece consegnare nel 1311 a mezzo del suo legato-senatore Ludovico di Savoia.
Ceduta nello stesso anno a metà fra Orsini e Annibaldi fu riavuta e abitata dall’imperatore, venuto a Roma per l’incoronazione del 29 giugno 1312.
La riebbero i Caetani e successivamente gli Orsini-Conti, per quanto restasse danneggiatissima dal terremoto [5] del 1349.
Nel 1546 era ancora dei Conti finché, nel 1574, una parte delle costruzioni rimaste, fu concessa alle Terziarie di S. Caterina, così come la torre compresa nel monastero, come fu deciso fra Michelangelo e Vittoria Colonna, nei colloqui che avevano nel giardino di S. Silvestro in Biberatica (o al Quirinale). L’altezza attuale della Torre delle Milizie è di m. 51,10
Santa Caterina a Magnanapoli - Il monastero edificato nel 1563 da Porzia Massimi sul palazzo dei Conti, ebbe poi in dono da Gregorio XIII (Ugo Boncompagni - 1572-1595) 7000 scudi e da Porzia 3500 che, uniti alla somma ricavata dalla vendita del convento in via Santa Chiara, ne permise l'ingrandimento, con l'acquisto e la demolizione di altri immobili vicini.
Nei primordi, le monache non avevano una chiesa, avendo adattato a cappella ed a coro due sale del palazzo già dei Conti.
Fu nel 1628 che ebbero licenza di fabbricarsela; ma con i mezzi forniti, particolarmente dalle singole monache, per non gravare il monastero.
Nel 1640, su progetto di Giovanni Battista Soria (1581-1651), la chiesa, già eretta, fu consacrata e dedicata alla Santa di Siena.
La scala doppia, che immette al portico, fu fatta dopo il 1870 per sanare il dislivello creatosi nella costruzione di via Nazionale.
Come già detto, l'ingrandimento del convento avvenne nel 1620, ed un'altra parte del palazzo de’ Conti, acquistata con 1800 scudi, fece parte da allora del monastero e così pure "fu racchiusa nella clausura anche la Torre delle Milizie, procurando le monache di fabbricare, dentro di essa, le scale per potervi salire fino in cima, come fecero, godendovi d'una vista la più spaziosa e bella che si possa desiderare. Era la torre il loro svago e, nelle solenni ricorrenze, solevano illuminarla con fiaccole". Famosa è la luminaria effettuata ai tempi di Innocenzo XI (Benedetto Odescalchi - 1676-1689), per la liberazione di Vienna dal dominio turchesco. (1683).
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[1] ) Imperatore bizantino.
[2] ) Nel testamento di Stefano Conti, del 3 maggio 1226, è detto “Mons Balnei Neapolis”.
[3] ) Ancora due versioni : Da un frammento di epigrafe posta dai Colonna : « Magna Magni Neapolitani regni connestabilis » sulla torre di loro proprietà e da “Balnea Pauli” un “casamento a Monte Magnanapoli nel quale si crede fosse l’antico edificio del Bagno di Paolo” da un contratto del 1666.
[4] ) Nel medioevo la Cordonata si chiamò "scesa degli Arcioni". Sotto le case moderne in via delle 3 cannelle, fino a Magnanapoli, avanzi di case romane e sotto il demolito Teatro Nazionale, che aveva da questa parte l'ingresso alla galleria, fu scoperto un mosaico, ora nel palazzo dei Conservatori, mentre nel Museo delle Terme sono le due statue in bronzo del pugile in riposo e di Costantino (ellenistico).
[5] ) Il terremoto si verificò fra la seconda ora (tra le 21 e le 24 della sera) e terza ora (le 9 del mattino).
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